Sapevo perfettamente dove si trovava la tahina nella mia dispensa. Ne conoscevo talmente bene l'ubicazione, che avrei potuto prenderla ad occhi chiusi: secondo ripiano, al centro ma un pochino spostata sulla destra, a metà profondità. Lo stesso dicevasi per il bicarbonato e praticamente per tutto quello che ho in dispensa, quella grande che si trova in sgabuzzino: è un mobile molto capiente il cui riempimento e svuotamento gestisco ormai da 16 anni. So dove sono le marmellate, gli sciroppi, le varie qualità di cioccolato e gli ingredienti di cucina etnica, come l'aceto di riso nero, l'olio di senape, lo zucchero di palma e, per l'appunto, la tahina.
Lo so, anzi lo sapevo.
Sì, perché quest'estate, prima di partire per le ferie, ho fatto la consueta operazione di svuotamento, controllo delle date di scadenza, compilazione di elenchi e cancellazione di quanto non c'è più (che magari al momento non avevo cancellato) e per la prima volta in 16 anni ho deciso di dare alla dispensa un ordine più razionale. Tipo abbandonare la classica distinzione dolci/salati e mettere l'etnico tutto insieme. Tipo spostare il bicarbonato, che metterlo dietro ai tetrabrick del latte a lunga conservazione non ha molto senso. Tipo raggruppare gli alimenti pronti al consumo, come la cioccolata o il tonno, e quelli che devono essere lavorati prima di poter essere consumati, come la passata di pomodoro.
Ricordo come fosse ieri la grande soddisfazione provata dopo aver finito quel lavoraccio.
Ed è ancora vivo in me lo sgomento che ho provato quando sono andata a prendere la confezione di tahina e non l'ho trovata al solito posto. Già che c'ero ho deciso di prendere una scatola di bicarbonato, che l'altra era quasi finita, ma al solito posto non c'era e non riesco a ricordare dove l'ho messa.
La tahina l'ho trovata dopo aver mezzo svuotato il ripiano dell'etnico; il bicarbonato no, e l'ho dovuto comprare nonostante sappia benissimo di averne ancora 2 scatole, da qualche parte, in dispensa.
Dicono che cambiare posto alle cose in casa alleni la mente a rimanere elastica, costringendola a fare una salutare "ginnastica". Consigliano ad esempio di cambiare ogni tanto il posto dei piatti e dei bicchieri, e di scambiare il cassetto delle posate e quello delle tovaglie. Sarà, ma forse questa ginnastica è più adatta alle menti giovani. Quando ci si avvicina alla mezza età è molto meglio allenare la mente con il sudoku o con le parole incrociate: piatti, bicchieri e posate lasciateli dov'erano. E soprattutto non toccate la dispensa.