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martedì 27 febbraio 2024

Torta salata di zucchine alla menta, caprino e paté di olive nere per il Club del 27

 


Questo mese il Club del 27 esamina l'ultimo libro di Jamie Oliver, 5 Ingredients Mediterranean. Il concetto che sta alla base del libro è lo stesso dei suoi precedenti "5 ingredients": con 5 ingredienti facilmente reperibili + qualche ingrediente di base sempre presente nelle nostre cucine (olio, sale, pepe, cose così) si creano dei piatti semplici, ma veramente gustosi. Un modo come un altro per rinnovare la gioia di trovarsi riuniti a tavola la sera, dopo una lunga giornata di lavoro o di scuola.


Tantissime le ricette tra cui scegliere, una più invitante dell'altra: le trovate tutte a questo link. Io mi sono orientata su una torta salata di zucchine: fuori stagione, lo so, ma mi sono lasciata tentare dalla facilità di esecuzione e dai gusti base così semplici, ma così gradevoli. Ho aggiunto un solo ingrediente a quelli indicati da Jamie: un cucchiaino raso di aglio granulare. Le zucchine infatti, per quanto buone, hanno un sapore un po' blando che la menta non riuscirebbe a mio avviso a elevare, nonostante l'aggiunta post cottura del formaggio di capra e del paté di olive nere.

Si tratta della mia unica modifica, che rimane comunque nello spirito dei 5 ingredienti base + ciò che abbiamo in dispensa. Se non avessi avuto l'aglio granulare, avrei tritato molto finemente 2 spicchi d'aglio. 

lunedì 19 giugno 2023

Torta salata ai pomodori e pesto

 


E' da aprile dell'anno scorso che dovrei pubblicare questa ricetta, quando per il Club del 27 abbiamo trattato il tema delle torte salate per il picnic di pasquetta. Il motivo della mancata pubblicazione ai tempi è stato che mi era sfuggita la data (la torta salata era stata preparata, fotografata e divorata con mucho gusto); in seguito sono stata affetta da un attacco di pigrizia acuta, poi è passata la stagione dei pomodori, e infine è trascorso più di un anno. Adesso che è tornata la stagione dei pomodori la ripropongo sul blog; agli amici l'ho già fatta e rifatta più di una volta.

Gli amici liguri mi perdoneranno se oso mettere il loro amato pesto in forno: posso provare a rassicurarli dicendo che è protetto dalla ricotta e da un congruo strato di fette di pomodoro, ma so già che i puristi avranno chiuso la pagina del blog prima ancora di arrivare a leggere questa frase; 😅quelli che hanno stretto i denti e perseverato, staranno scuotendo la testa tra sconforto e disapprovazione. Quindi questa ricetta è solo per liguri temerari e per tutto il resto d'Italia (isole comprese) e del mondo. Io posso solo assicurarvi che è buonissima.

Una sola avvertenza: cominciate a preparrte l'impasto mezza giornata prima di fare la torta o, meglio ancora, la sera prima: i tempi di riposo in frigo ci vogliono tutti. In alternativa procuratevi della pasta sfoglia già pronta, ma vi garantisco che non sarà la stessa cosa.


lunedì 29 luglio 2019

Pastilla alle verdure


Ci sono ricette che ci entrano nel cuore e vi rimangono saldamente ancorate, da tanto ci sono piaciute: le facciamo e rifacciamo, e non ce ne stanchiamo mai. 

E' il caso di quella che vi presento oggi, una rivisitazione in chiave vegetariana della Pastilla marocchina, che prima o poi farò per questo blog. 

L'ho preparata per la prima volta l'anno scorso, per la rubrica Keep Calm e cosa c'è per cena di MTChallenge, e da allora l'ho preparata innumerevoli volte, con grande soddisfazione. La pasta fillo, che per una volta sostituisce la solita e scontata sfoglia, risulta molto più leggera e croccante ed evita quel fastidioso effetto di stucchevolezza che la sfoglia inevitabilmente comporta.

La ricetta non è velocissima perché occorre prima precuocere le verdure, ma il risultato sarà veramente delizioso! E' piaciuta anche a mio cognato, che di solito non ama le torte salate: vedete un po' voi... 😃

Con questo posto auguro a tutti voi BUONE VACANZE: ci rivediamo a settembre, a Dio piacendo!

lunedì 20 luglio 2015

Cheesecake al basilico e pomodori con base alla farina di mais ottofile (Donna Hay)


- Zia, guarda le mie foto su Instagram!
- Ma dai, Principe, hai un account Instagram anche tu? Dammi la user, che ti seguo!
- Ah, anche tu hai un account? Dammi la tua user!
- Ehm... non la ricordo
- Ma come non te la ricordi?
- Prova questa... niente? Allora prova quest'altra... ancora niente? Boh, devo pensarci, non ricordo.
- Ma come fai ad accedere a Instagram?
- Lo faccio dal PC di casa o dal tablet.
- OK, allora tira fuori il tablet, che vediamo da lì.
- E' in assistenza. E comunque avrò postato sì e no 2 foto.
- Ma Zia, a cosa ti servono i social, se non li usi?
- Hai ragione. In effetti io sono a-social...

E non sono solo a-social: sono anche un po' masochista.
Non si spiega altrimenti come mai, con il caldo africano che sta stringendo nella sua morsa l'Italia, io mi metta ad accendere il forno.
In realtà si spiega benissimo: tra qualche settimana partirò per le ferie estive, e sono impegnata nelle operazioni di svuotamento del freezer e della dispensa.
E in dispensa avevo pure un pacco quasi intonso di farina per polenta di mais Ottofile. Era un peccato lasciarlo alle farfalline, che peraltro non ci tengo ad allevare, quindi ne ho usato una parte per questa deliziosa ricetta di Donna Hay, provata in occasione dell'ultimo Starbooks da Francy, e che mi aveva incuriosita.

lunedì 16 marzo 2015

Quiche di mare alle erbe aromatiche


Carta d'Identità

Nome: MTChallenge
Cognome: La brisée di Michel Roux nelle torte salate
Indirizzo: Sfida n. 46
1° Giudice: An Old-Fashioned Lady
2° Giudice: Cuocicucidici
Segni particolari: Fichissima
Foto:

Per riassumere la sfida dell'MTChallenge di questo mese, non ho trovato niente di meglio che provare a tracciarne una carta d'identità.
Intese dai più come meri svuotafrigo, le torte salate possono - anzi devono - assurgere ad opere d'arte, e questo mese noi MTChallengers siamo stati chiamati proprio a questo. A giudicare dalle ricette che fin da subito hanno riempito la pagina degli sfidanti, direi che il guanto della sfida è stato raccolto e rilanciato alla grande (guardate questa, se non ci credete ;-) ).

Confesso che a tutta prima l'enorme portata di questa sfida mi aveva paralizzata, un po' come era successo con quella sulla Caesar Salad: apparentemente facile, in realtà nasconde un'insidia, il rischio di mettere insieme un'accozzaglia di ingredienti senza né capo, né coda. Non a caso, uno dei punti del regolamento è "no svuota-frigo".

Così ho iniziato dal basso, ingranando la prima come si suol dire, e cioè imitando una ricetta tradizionale interpretata da un grande Chef. Poi ovviamente ho dato un'occhiata alle prime proposte arrivate, e mi sono inchinata fino a terra davanti alla bravura delle mie colleghe MTChallenger.
E poi il neurone si è messo in moto, e ha cominciato venirmi qualche idea.

Adoro i piatti di pesce, che mi fanno letteralmente impazzire. Tra i frutti di mare il mio preferito sono le cozze, come forse qualcuno ha intuito nella sfida sulla Taieddhra, nel corso della quale ho fatto 11 proposte (la 12^ non l'ho pubblicata perché il risultato non mi aveva convinta del tutto). ;-)
Non avevo fatto in tempo a decidere di proporre una quiche a base di cozze, che ho letto la ricetta della torta salata alle erbe aromatiche di Loredana: perfino una capra in matematica come me è in grado di fare 1+1, e così è nata la ricetta che vi propongo oggi.

Ho unito al gusto forte e deciso delle cozze quello più delicato del merluzzo e ho aromatizzato la salsa dell'appareil con le fresche erbe aromatiche del mio balcone. E meno male che la quiche era già in forno quando mi sono collegata a internet e ho visto la Salted Lemon Meringue Pie di Alessandra, altrimenti mi sarei bloccata, tanto il mio appareil assomiglia alla crema pasticciera salata di sua madre. Quando si dice questione di feeling. ;-)

venerdì 13 marzo 2015

Torta salata di piccione speziato - quasi Pastilla


Adoro la selvaggina in generale, e faccio fatica a decidere se preferisco quella da pelo o da piuma. Il piccione in particolare, è per me legato a tantissimi ricordi d'infanzia. Ho raccontato qui come da bambina avessi provato a covare un uovo di questo volatile, con scarso successo; ma anche prima di quell'episodio, noi cuginetti ci contendevamo l'onore di buttare il grano alla sera, nella terrazza adibita a piccionaia, per nutrire i piccioni - che durante il giorno volavano liberi - e fidelizzarli a casa nostra. Era divertente vedere la terrazza vuota riempirsi all'improvviso di piccioni, ogni volta che buttavamo una manciata di chicchi di grano presa dal pesante sacco di juta che Nonna Sara sorreggeva per noi. Lei sorvegliava la quantità che spargevamo, ed era sempre con dispiacere che smettevamo, al suo "Basta così".

Tra le ricette a base di piccione che mi sono capitate sotto mano in questi anni, una mi ha sempre affascinata: quella della Bstilla marocchina (detta anche Bastila o Pastilla, e traslitterata nei Paesi anglofoni con Bisteeya), una sontuosa torta salata a base di carne di piccione e spezie, avvolta in pasta Warqua (oggi sostituita dalla fillo) e cosparsa di zucchero a velo.
Ora, se lo zucchero a velo mi è sempre sembrato eccessivo, il ripieno mi ha invece stuzzicato le papille e ho voluto approfittare dell'MTC n. 46, vinto dalla grandissima Flavia con una ricetta di Baci a dir poco strepitosa, che verte sulle torte salate, per provare a realizzarlo.

Oggigiorno nessuno più fa la Bstilla col piccione, che viene comunemente sostituito dal pollo, come suggerisce Claudia Roden. Io però avevo sottomano la ricetta dello Chef Greg Malouf, che richiede 3 piccioni, e "casualmente" tenevo in freezer 4 piccioni, congelati a due a due. Ho deciso di scongelarne una coppia per provare la ricetta, sostituendo il terzo con un galletto, motivo per cui il ripieno della mia torta salata mostra un misto di carne nera e bianca. Col senno di poi, avrei fatto meglio a scongelarli tutti e 4: il mio stampo a fondo amovibile aveva un diametro molto ampio (28 cm), e il ripieno non è bastato a riempirlo completamente. La prossima volta opterò per quello da 24 cm di diametro, che non ho usato questa volta perché non ha il fondo amovibile e temevo di rompere la torta al momento di sformarla.


venerdì 6 marzo 2015

Quiche alle banane mini con birra Hefeweizen


L'ultima edizione dell'MTChallenge ha decretato la vittoria di una delle persone più meritevoli della blogsfera, Flavia, e sono così contenta, ma così contenta, che non trovo parole per esprimere la mia gioia.

Sappiamo tutti che le azioni contano più delle parole; ieri è uscita la ricetta della sfida, che questo mese verte sulle torte salate, e siccome so che Flavia è particolarmente amante delle banane, ho pensato di pubblicare oggi una ricetta che avevo preparato 4 anni fa e che era stata pubblicata su un altro blog.

E' una ricetta molto particolare che unisce il dolce delle banane al gusto sapido dello Chèvre, e sono consapevole che può non piacere a tutti. A me è piaciuta, anche se avrei fatto a meno della cannella.

La dedico a Flavia, augurandole di divertirsi in qualità di secondo giudice, in questa nuova, entusiasmante sfida.

domenica 23 settembre 2012

Pie di ali di pollo e cozze al curry - Cinegustologia con la commedia leggera


Seconda puntata del contest della Patty, La commedia è servita, dove secondo i principi della Cinegustologia si abbina un film a un piatto.



Il film che ho scelto è una commedia di Peter Bogdanovich, Ma papà ti manda sola?, che vede come protagonisti Ryan O'Neill e Barbra Streisand.

Howard è un musicologo timido e impacciato che, accompagnato da Eunice, la sua pedante fidanzata, atterra a San Francisco per partecipare a un concorso finanziato da un eccentrico milionario, Frederick Larrabee, che premierà con una cospicua somma il migliore progetto di ricerca musicale. Howard conserva le sue pietre musicali in una borsa scozzese e nello shopping mall dell’aeroporto si imbatte in Judy, una ragazza un po’ matta che si invaghisce di lui e lo corteggia sfacciatamente; anche lei è appena arrivata, e la sua valigia è una borsa scozzese identica a quella di Howard. 

Judy si sostituisce a Eunice nella cena di gala del concorso e convince il Signor Larrabee ad assegnare il premio a Howard.


Nello stesso hotel dove scendono Howard, Eunice e Judy, alloggiano anche due goffe spie che si rubano l'un'altra una borsa con dei documenti top secret, anch'essa in tela scozzese, e due ladri che cercano di derubare una vecchia milionaria dei suoi gioielli, contenuti in un'altra borsa di tela scozzese. Le borse vengono scambiate tra di loro in una esilarante serie di equivoci, che si conclude con uno spettacolare inseguimento in auto sulle vie di San Francisco, la scena a mio avviso più bella di tutto il film.


Arrestati dalla polizia, tutti i protagonisti finiscono davanti a un giudice che, si scoprirà, è il padre di Judy. Alla fine dell'inseguimento Eunice si innamora di Frederick e resta con lui mentre Judy, spedita dal padre in collegio, si congeda da Howard, che resta solo e deluso perché, nel frattempo, si è innamorato di lei. Sull'aereo del ritorno però Howard sente la voce di Judy che racconta all’infastidita vicina di posto che andrà a studiare musica nel college dove lui insegna; i due si baciano davanti agli scandalizzati passeggeri.

Il piatto che io associo a questo film è una pie di ali di pollo e cozze al curry: un’unione un po’ pazza e stravagante dove le timide e impacciate ali di pollo, unite alle sapide cozze, danno vita a un piatto insolito e delizioso legati dall’aromatica vellutata al curry, che simboleggia le inverosimili avventure che i due vivono a San Francisco nel giro di 2 o 3 giorni. La vellutata, composta dai brodi di cottura di pollo e cozze le cui vicende si intrecciano inscindibilmente nel corso della cottura, viene legata dal gusto morbido e avvolgente della panna, l’amore che quasi insensibilmente si insinua nel cuore dei due protagonisti del film. La passione sboccia al primo morso, con il piccantino del curry e della generosa spolverata finale di pepe, che danno nuovo slancio e vitalità ai due ingredienti principali.

lunedì 2 aprile 2012

SHEPHERD’S PIE


- Mamma che strano, quest'anno non si sono ancora viste le zanzare!
- Tranquillo amore ci sono, ma sono andate tutte a casa della Zia!



Questo dialogo tra il Dolce Principe e mia sorella rispecchia la pura, sacrosanta verità: le giornate sono stupende, l'aria è tiepida e quando torno dal lavoro spalanco tutte le finestre di casa per fare entrare la primavera. 
Ho usato l'indicativo presente? Mi correggo. Spalancavo tutte le finestre di casa per fare entrare la primavera, ma ho smesso subito quando mi sono accorta che insieme a lei entravano le zanzare. Frotte di zanzare. Nugoli.

Sabato scorso, quando è entrata in vigore l'ora legale, ero andata a letto con la fissa che dovevo dormire e cercare di recuperare rapidamente lo scompenso da cambio dell'ora, perché il lavoro sta assorbendo tutte le mie energie e non posso permettermi di essere più stanca di quanto già non sia abitualmente. Stavo per addormentarmi, quando il noto e fastidioso ronzìo che preannuncia una zanzara affamata si è fatto sentire. Brutta disgraziata, pungimi in fretta e vattene! Ho pensato, ma quella continuava a ronzarmi attorno implacabile, impedendomi di dormire. A mezzanotte ho sventolato bandiera bianca e ho cominciato la caccia. Accendo la luce, inforco gli occhiali e... orrore! C'erano 8 zanzare sul muro accanto alla testata del letto!!! Mi sono armata di fazzolettino di carta e ho cominciato ad ammazzarle (e mi avevano già punta tutte, le bast disgraziate!!!), ma qualcuna che sfuggiva c'era sempre. Sono andata avanti così, accendendo la luce ogni tot e facendone fuori qualcuna ogni volta, fino alle 3.30 del mattino, poi mi sono arresa. Il giorno dopo ne ho sorprese altre 2 ancora vive ed ho accoppato pure quelle, ma da quella notte insonne (che, manco a dirlo, ha segnato tutta la mia settimana) ho il terrore delle finestre spalancate e le apro solo al mattino presto, quando le zanzare satolle stanno dormendo e non cercano di entrare nelle case. 

Il Dolce Principe può quindi dormire sonni tranquilli: finché c'è sua Zia che attira le zanzare dall'altra parte della città, lui farà sempre sogni d'oro e arriverà a scuola fresco e riposato... lui! ^_^

mercoledì 21 dicembre 2011

Torta salata di mini banane golden alla birra Hefeweizen


Domanda: se a Natale siamo tutti più buoni, perché la bontà deve essere limitata alle persone e non si estende anche alle cose?
In altre parole, perché i supporti che sostengono la bacchetta della tenda del bagno hanno deciso di rompersi facendo rovinare la medesima a terra? E se proprio dovevano rompersi, come mai di tutti i possibili momenti (nessuno dei quali è opportuno, sia chiaro) hanno scelto esattamente quello in cui passavo davanti alla finestra in costume adamitico, 3 secondi prima che entrassi in doccia?

La mia fortuna è stata tutta nel fatto che il vetro della finestra del bagno è smerigliato e quindi se qualcuno era casualmente affacciato alla finestra e stava guardando in quella direzione, al massimo ha visto una fugace ombra rosa; ma se fosse dipeso dai supporti, avrei fatto una figuraccia.

Quindi, Caro Gesù Bambino, quest'anno a Natale portami dei supporti che scelgano con maggior cura il momento in cui rompersi; ne va della mia virtù, del mio buon nome e delle valvole mitraliche dei pensionati che abitano di fronte, nonché della cistifellea delle loro mogli.

Tua affezionatissima
                                  Mapi

lunedì 3 ottobre 2011

Uova di quaglia alla boscaiola (e brodo di pollo, per non farci mancare niente)



- Buongiorno Maria Pia, vedo che ha cambiato idea!
- Buongiorno signora V., mi scusi ma... rispetto a cosa avrei cambiato idea?
- Sull'appartamento!
- Sull'appartamento?
- Sì, ho visto che non lo mette più in vendita.
- In vendita, il mio appartamento??? Ma da quando???
- Qualche mese fa, si ricorda? Era stato appeso al cancello condominiale un cartello di vendita e noi naturalmente abbiamo capito che si trattava di lei.
(VOI avete NATURALMENTE capito che io voglio vendere casa????? O_o)
- Mi ricordo del cartello: mi ero chiesta infatti chi fosse il venditore...
- Beh, nel palazzo tutti dicono che è lei!
- Allora signora mi dispiace deludere tutto il palazzo perché non solo non ho mai messo in vendita il mio appartamento, ma non ho neanche intenzione di farlo in futuro...

Questo piacevole scambio con una mia condomina mi è tornato improvvisamente alla mente l'altro giorno quando è apparso un cartello di vendita, corredato di numero di cellulare da chiamare per maggiori informazioni. "Ci risiamo", mi sono detta, "ho messo di nuovo in vendita l'appartamento!" :-D

Abito qui da diversi lustri, ma evidentemente per i condomini "anziani", quelli che ci abitano da una vita, io sono sempre la forestiera, l'estranea, quella che è di passaggio e che prima o poi se ne andrà. Ricordo ancora - ero lì già da 8 anni - quando la mia vicina di balcone mi disse che era stufa del viavai di proprietari di casa mia, e che non se ne poteva più di cambiare vicini ogni 2 anni senza sapere chi sarebbe arrivato, il tutto col rimprovero sottinteso che anch'io me ne sarei andata via presto e l'avrei lasciata in balia di chissà chi. 

E adesso qualcuno ha di nuovo deciso di mettere in vendita un appartamento nel palazzo, scatenando una ridda di pettegolezzi condominiali. La signora V. dirà di sicuro che l'ultima volta non ero io, si aprirà un bel toto scommesse e alla fine del processo - sempre che la compravendita vada a buon fine - qualcuno dichiarerà soddisfatto "io l'avevo detto".
Questa volta però sono preparata: comincerò a fare su e giù con le valigie, mi farò vedere con degli scatoloni in mano (tanto sto facendo le grandi pulizie e mi sto liberando di un bel po' di fuffa) e scatenerò la curiosità di tutti quei vecchietti nullafacenti, il cui passatempo preferito è ficcare il naso negli affari altrui.Visto che ho messo in vendita la casa per l'ennesima volta, tanto vale divertirmi un po'... ^_^

Questa ricetta è indicata come antipasto (ma potrebbe trattarsi anche di un secondo piatto) per 4 persone. In tempi di monoporzioni come questi però si può servire in ciotoline individuali, accontentando molte più persone e facendo bella figura.


lunedì 19 settembre 2011

Mini quiches con scampi e uova di quaglia


Non so voi, ma io ogni volta che torno dalle vacanze faccio un sacco di buoni propositi per mantenere più a lungo possibile il colorito dorato regalatomi dal sole. Il primo proposito è quello di fare una doccia solare ogni tanto, diciamo una volta alla settimana, per ravvivare la tintarella e tenere in esercizio le cellule pigmentanti; e poi passeggiate all'aria aperta, pic-nic domenicali e così via. 
Puntualmente ogni anno tali propositi vengono disattesi, più precisamente svaniscono nel momento stesso in cui l'aereo atterra a Milano. Il primo che accoppo è quello di fare la lampada: torno a casa, mi guardo nello specchio ingranditore, noto con orrore una rughetta che 2 settimane prima non c'era e decido che la lampada non fa per me perché favorisce l'invecchiamento precoce, per quante creme una possa mettere. A quel punto scatta il piano n. 2: idratazione. Creme idratanti a go-go, per il viso e per il corpo, in modo da evitare le orrende spellature.



Il secondo proposito - passeggiate all'aria aperta - è decisamente più attuabile, ma che lo scopo sia quello di prendere il sole dipende anche dal meteo; e l'ultima domenica di agosto (o era la prima di settembre?), a Milano, ha piovuto. Stavo per mettermi a cucinare un arrostino quando mi sono accorta con orrore che la Filippina che viene ad aiutarmi al sabato aveva sradicato il giorno prima tutte le mie piante aromatiche decretandone la morte anzitempo, solo perché si erano un po' rinsecchite. Tra queste, un prezzemolo e un rosmarino che avevo da 3 anni e i cui fusti spessi garantivano la vita alle rispettive piante.
Del rosmarino avevo assolutamente bisogno, così ho infilato i miei jeans preferiti - sdruciti, con le ginocchia sagomate da cuciture sapienti - ho preso l'ombrello e sono andata a piedi (non sia mai che un po' di pioggia mi faccia rinunciare alla mia Passeggiata all'Aria Aperta!) all'iper dietro casa, che è aperto anche la domenica. Mezz'ora dopo ero di ritorno con una confezione di rosmarino e mi sono data da fare ai fornelli.
E' stato solo verso sera, al momento di fare la doccia, che mi sono accorta del disastro: l'umidità dell'aria aveva fatto sì che i jeans mi aderissero alle gambe un pochino più del solito e le cuciture sulle ginocchia avevano agito come uno scrub, togliendo completamente l'abbronzatura. Avete presente i bambini quando giocano all'aperto coi calzoncini corti, che hanno due belle lune di sporco sulle ginocchia? Ecco, io avevo sulle ginocchia due belle lune candide, e i polpacci presentavano analogamente delle chiazze assortite che li facevano assomigliare al manto di una mucca pezzata. 
Presto, uno scrub!!! Sono corsa a prendere due manciate di sale fino per cercare di limitare i danni, ma ovviamente togliere l'abbronzatura dalla pelle non è la stessa cosa che togliere le incrostazioni da una pentola, e mi ci sono voluti otto giorni buoni prima di tornare ad avere delle gambe presentabili. Così, ecco, questa fine dell'estate ha segnato per me il minimo storico in fatto di mantenimento dell'abbronzatura, in barba ai proponimenti più ferrei. Però, volete mettere? Ho la pelle liscia come quella di un neonato... :-D

Con questa ricetta partecipo a "Una raccolta Speziale" di At21 e Accanto al Camino, di cui condivido in pieno lo spirito e gli obiettivi: grazie ragazze, siete Speziali pure voi!!! :-D
Il 9 ottobre prossimo alle 15.30 tutti a Firenze, a passare un allegro pomeriggio con tante persone molto, ma molto Speziali!!! Per maggiori informazioni andate su At21.


lunedì 4 luglio 2011

Mini cake ai fiori di zucca

-Zia, dopo pranzo giochiamo insieme in santa pace?
- Aspetta un attimo tesoro, voglio scambiare quattro chiacchiere con mamma e papà (in santa pace ^_^)
- Uffa, va a finire che ti metti a parlare con la mamma.
- Beh è mia sorella e non ci vediamo da una settimana...
- Ma insomma, se non giochi con noi che cosa sei venuta qui a fare? A mangiare e basta?


Questo dialogo tra me e il Dolce Principe è una costante ogni volta che li vado a trovare. Che passi da loro di pomeriggio o di sera o che sia invitata a pranzo o a cena, la mia visita secondo lui e la Pulcetta è completamente sprecata se non trascorro almeno un paio d'ore a giocare con loro. Il bello è che finiscono per averla vinta, le piccole pesti adorabili.


Lui attacca col suo gioco preferito, quello del Capo: lui è il Capo naturalmente, io sono il suo secondo e la Pulcetta impersona qualche bestiolina strana, dal cane al pinguino; ultimamente è diventata un pokemon ed entrambi combattono battaglie contro mostri immaginari facendo mosse che non sono letteralmente in grado di seguire, salvando così il nostro Popolo. In realtà non devo fare molto, solo somministrare pozioni magiche quando cadono feriti in battaglia, fare il tifo per loro ed esultare quando il mostro di turno è stato distrutto, però qualche volta sarebbe piacevole fare solo quattro chiacchiere in santa pace. :-D


Sabato sono andata al mercato sul tardi e ho trovato dei fiori di zucchina veramente
belli. Ci ho pensato un attimo solo, poi ho chiesto il prezzo e visto che la mattinata si stava chiudendo mi hanno offerto l'intera cassetta a un prezzo scontato. E' così che mi sono trovata con 30-32 fiori di zucchina e le relative zucchinette. La soddisfazione del momento è stata oscurata dal pensiero che avrei dovuto cucinarli in breve tempo per non sprecarli, ma per fortuna le ricette con queste delicate delizie non mancano.


I mini cake che propongo oggi sono una ricetta passatami dalla bravissima Maura Basaglia; sono veloci da fare e deliziosi al palato.


mercoledì 27 aprile 2011

Mini quiches ai cipollotti e prezzemolo

«Primavera dintorno
Brilla nell'aria, e per li campi esulta,
Sì ch'a mirarla intenerisce il core»

Così cantava Leopardi nel Passero Solitario, e così mi sento anch'io in questa magica e leggiadra stagione dell'anno, quando la natura si stiracchia sotto le coltri del gelido inverno e comincia a fare capolino con teneri germogli e freschi boccioli.
E come avviene per il resto della natura, in primavera sono colta dalla smania del rinnovamento, della freschezza, della leggerezza... e comincio dalla casa. La voglia di rinnovare il mio nido di solito si arresta di netto davanti al budget che sarebbe necessario per fare quello che vorrei, così mi accontento, come la maggior parte delle desperate housewives, di darmi alle pulizie forsennate.
Quest'anno ho cominciato dalla dispensa, anche per inventariare quello che c'è e magari è finito sul retro degli scaffali, dare un'occhiata alle date di scadenza e stabilire l'ordine di priorità delle cose da cucinare (e qui mi viene da ridere, perché le mie capacità di programmazione sono notoriamente scarse e si scontrano puntualmente con una pigrizia atavica). Ho scoperto così che dall'ultima promozione sotto costo del mio caffé preferito, di quelle con un massimo di pezzi a cui lo sconto è applicabile, mi erano rimasti ancora un bel po' di pacchetti. Niente di male per carità, anzi; solo che quei malnati pacchetti di caffé occupavano parecchio spazio in dispensa, impedendomi di metterci altri articoli acquistati via via. E' per questo che nel corso delle ultime pulizie di primavera ho pensato di dare un assetto più razionale alla mia dispensa.
Intendiamoci, io cerco sempre di posizionare gli alimenti in dispensa secondo un ordine razionale in modo da trovarli immediatamente al bisogno, peccato che quello che al momento mi sembra la razionalità fatta space allocation, si dissolva miseramente al momento in cui li vado a cercare.
Come è successo per il caffè, per l'appunto.
La mattina di Pasqua vado per farmi il caffè e mi accorgo che ho terminato il barattolo. Mi dirigo con passo sicuro verso la dispensa, apro gli sportelli e rimango perplessa. Dagli scaffali occhieggiavano buste di zucchero a velo, pacchi di pasta, scatole di zucchero, lattine di pomodori pelati, pesche sciroppate, marmellate, gelatine e un sacco di altre cose una più buona dell'altra. Nessuna però adatta ad essere adagiata in una nuvola fragrante nel filtro della moka per fare un buon caffè.
Io lo so che ho la casa piena di caffè.
Lo so.
E' che non riesco più a trovarlo, e così mi tocca andarmelo a comperare di nuovo.
OK, sabato mi metterò di buzzo buono, svuoterò la dispensa, troverò quel caffè e darò agli alimenti un assetto così razionale, che la prossima volta che cercherò una marmellata tirerò fuori il pesto di pistacchi siciliano dop, igp, docg che sono sicura di avere ma non trovo da mesi.
Giuro.

Che io abbia scelto questa ricetta è di per se' strano: non sono esattamente una fan delle cipolle e non mi piace il prezzemolo. Eppure leggere il titolo, guardare la foto sul libro e decidere di provarla è stato un tutt'uno, e mi è piaciuta così tanto che a Pasqua l'ho riproposta sotto forma di mini quiches. Chi come me non ama la preponderanza del gusto cipolloso la preferirà sotto questa forma, mentre gli amanti della cipolla preferiranno un'unica, grande torta salata, dove il gusto della briséé alle noci farà da contrappunto senza smorzare troppo il cipollotto.



MINI QUICHES AI CIPOLLOTTI E PREZZEMOLO
Da Il grande libro dei cuochi - a cura di Gualtiero Marchesi


Per 20 mini quiches o 1 torta di 25 cm di diametro

Per la briséé alle noci:
150 g farina 00
120 g burro
100 g gherigli di noci (circa 250 g noci col guscio)
70 g circa acqua molto fredda
1 pizzico di sale

Per la farcia (mini quiches):
150 g doppia panna
3 cipollotti tritati
15 g grana grattugiato
1 uovo e 1 tuorlo
2 cucchiai di latte
1 cucchiaio colmo di prezzemolo tritato
noce moscata
sale
pepe

Per la farcia (1 tortiera da 25 cm di diametro):
6 cipollotti
300 g doppia panna
3 uova e 1 tuorlo
25-30 g grana grattugiato
3 cucchiai di latte
2 cucchiai colmi di prezzemolo tritato
noce moscata
sale
pepe



Preparare la briséé alle noci: tritare le noci, mescolarle alla farina e al sale e intridere il miscuglio con il burro a dadini. Aggiungere gradualmente l'acqua molto fredda e lavorare velocemente l'impasto con la punta delle dita fino a quando non si ammassa. Meglio ancora, lavorarlo nell'impastatrice con la frusta a foglia. Avvolgere la briséé in un foglio di pellicola trasparente e farla riposare in frigo almeno un'ora.

Spianare la briséé a 3 mm di spessore e tagliarla in tanti dischi quante sono le formine da tartellette. Foderare le formine con la briséé e metterla in frigo a riposare per un'altra ora.

Preriscaldare il forno a 190 °C, foderare le tartellette con carta forno, distribuirvi sopra dei pesi e far cuocere in bianco per 15 minuti. Sfornare, togliere i pesi, far riposare 10 minuti e abbassare il forno a 180 °C, rimettere in forno le tartellette e far cuocere per altri 5 minuti.

Preparare la farcia: mettere nel mixer tutti gli ingredienti e frullarli. Aggiustarli di sale e pepe, aggiungere una grattatina di noce moscata e distribuire tra i gusci di tartellette.

Infornare a 180 °C in modalità statica nella parte più bassa del forno per 20-25 minuti, fino a quando la superficie è dorata e il ripieno rappreso, ma ancora soffice.
Se si fa una tortiera da 25 cm di diametro, infornare per 30-35 minuti.


Con questa ricetta partecipo al contest di Marcella "Dimmi che fai e ti dirò QUICHEi".

lunedì 4 aprile 2011

Forfar Bridies

Non so come stiano le cose da voi, ma le mie to-do lists assomigliano molto alle liste d'attesa di certi ospedali: alcune ricette aspettano anni prima che io le realizzi, mentre altre balzano in cima alla classifica saltando tutta la coda, al pari dei raccomandati di casa nostra.
E' il caso della ricetta che vi propongo oggi, che è nella mia to-do list da qualche anno e che deve l'arrivo (finalmente!) del suo turno a due circostanze:  il contest degli Assaggi di Viaggio e il fatto che per festeggiare l'apertura del mio blog,  Alessandra mi ha regalato un librino, Favourite Scottish Recipes. La primissima ricetta ivi riportata era proprio quella dei Bridies!!!

La versione della nonna Scozzese di Francesca Dodero, è stata pubblicata nel 2005 o 2006 sul forum della Cucina Italiana e mi è piaciuta da subito; a causa della mia eterna lotta contro i rotolini di grasso però, ne ho sempre rimandato la preparazione. Adesso che ho aperto il blog mi sono rassegnata a fare la dieta nei ritagli di tempo (il che significa che le ricette che posto sono intervallate da giornate a base di verdure, per compensare) e quando però Annalù e Fabio hanno deciso di lanciare il contest "Cosa metto nel cestino?" ho deciso che era giunto il momento di prepararla.


Francesca ci ha lasciati nell'agosto 2007, dopo avere a lungo combattuto contro un brutto male. Era una donna allegra, solare e spiritosa, che ogni tanto sul forum pubblicava "Paperissima": le nostre affermazioni prese fuori contesto, che suonavano comicissime.
Dedico quindi a lei questa ricetta, e sono grata al Destino per avermela fatta incontrare.

Questa ricetta è un misto di quelle in mio possesso: la shortcrust pastry è di Francesca, così come il suggerimento di usare il brodo caldo per scaldare i Bridies, che non ho trovato da nessun'altra parte (evidentemente lo danno per scontato); il ripieno invece è del libretto di cui sopra, perché quello di Francesca era un po' troppo basic per i miei gusti. ;-)

giovedì 3 febbraio 2011

Quiche di carciofi e funghi



Su Menù Turistico Alessandra ha lanciato un gruppo di auto-aiuto per gli appassionati di cucina, volto a dare un senso all'acquisto ossessivo-compulsivo delle riviste di cucina: aiutarsi ed impegnarsi a realizzare almeno una ricetta per ciascuna nuova rivista acquistata.
Sarà che sono un po' sulle spese, ma io ho dato un'altra interpretazione a questa utilissima iniziativa: perché non provare a realizzare almeno una ricetta per ciascuna delle riviste che ho già comperato nel corso degli anni? Da sempre nella mia libreria le riviste di cucina sono radunate per testata e per mese di pubblicazione, con quelle del mese corrente che fanno bella mostra di se' davanti alle altre. Finora però, a parte la rotazione delle riviste sugli scaffali, la cosa non è mai andata più in là. Quest'anno no: armata di post-it, penna e bloc-notes mi sono messa a sfogliare tutte le riviste di cucina di gennaio, alla ricerca di spunti. Inutile dire che ne ho trovati tantissimi, decisamente troppi per poterli realizzare tutti quest'anno, ma spero di avere ancora davanti a me un numero di anni sufficiente per attuare questo proposito; se non ce la faccio io, toccherà ai miei eredi portare avanti l'iniziativa, e anzi ora che ci penso metterò sul mio testamento una postilla in cui caccavelle, riviste e libri di cucina passeranno definitivamente all'erede designato solo dietro impegno formale, da verificarsi a cura dell'esecutore testamentario, di preparare almeno una ricetta per ciascuna pubblicazione. Ce n'è abbastanza perché si augurino che rimanga in vita ancora per un po'... :-D

Io in ogni caso mi ci sto mettendo di impegno e ho realizzato una squisita

QUICHE DI CARCIOFI E FUNGHI
Da La Cucina Italiana - gennaio 1993



Dose per 8 persone:

Per la pasta:
300 g farina 00
150 g burro
75 g acqua fredda
sale

Per il ripieno:
200 g funghi champignon
100 g Montasio o Asiago
100 g latte
100 g panna liquida
4 carciofi
2 uova
burro
vino bianco secco
olio d'oliva
sale
pepe



Per questa volta io ho usato della pasta sfoglia che avevo in frigo. Voi però fate le cose per bene: preparare la pasta impastando velocemente burro, farina, acqua e sale, avvolgerla in pellicola trasparente e farla riposare per mezz'ora.
Nel frattempo mondare i carciofi, tagliarli a spicchietti molto sottili e rosolarli in una padella con un paio di cucchiaiate di olio, spruzzandoli anche con un po' di vino bianco. Salarli, peparli e tenerli da parte.
Mondare i funghi e tagliarli a lamelle e rosolarli in burro e olio. Salarli, peparli e tenerli da parte.
Tagliare il formaggio a fettine; battere insieme le uova con la panna e il latte, formando la Royale. Salarla e peparla.
Tirare la pasta a 3 mm di spessore e rivestirne uno stampo per crostate del diametro di 26 cm. 
Disporvi i funghi, i carciofi e le fettine di formaggio, versarci sopra la Royale e passare in forno preriscaldato a 200 °C per mezz'ora circa. Servirla subito.



La ricetta originale prevedeva anche 50 g di pancetta; secondo me però il suo gusto forte prevale su quello più delicato di funghi e carciofi. Se a voi piace però... :-D

lunedì 15 novembre 2010

Torta agli spinaci e prescinsoa




E' lunedì mattina e piove, ma non è questo il problema.

Il mio problema stamattina è un altro: l'angosciosa domanda "a che ora passerà l'autobus questa settimana?".
Sì, perché io abito in una ridente città-dormitorio dell'hinterland milanese, dotata del servizio di autobus che porta alla metropolitana. Comodo, no? Solo che gli orari dell'autobus sono elastici e dipendono dall'autista di turno. Sulla palina alla fermata c'è scritto 07:09 ed è quindi lecito aspettarsi che questa sia l'ora a cui il mezzo passa. L'orario vero però varia dalle 07.05 alle 07.10, secondo l'autista del primo turno. C'è quello mattiniero, c'è quello che se la prende comoda, c'è quello che da grande voleva fare il pilota di Formula Uno e cerca quindi di battere tutti i record guidando a velocità folle un mezzo pesantissimo e carico di gente che frustra regolarmente le sue aspettative spostando il peso dove non dovrebbe; c'è il posapiano che guida con calma, c'è quello che oggi piove e bisogna stare attenti e così via. E c'è che io sono il tipo da ultimo minuto, che arriva alla fermata trafelata, col cappotto abbottonato di sghembo, la borsa spalancata, e gli orecchini in tasca perché non ho avuto tempo di metterli in casa.
Ed è pure lunedì. E piove.